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Finestre Alte

by Humpty Dumpty

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1.
Uno scoppio d'iris così scesi per la colazione esplorammo tutte le stanze in cerca di quel profumo dolcissimo e da prima non riuscimmo a scoprirne la sorgente poi un azzurro come di mare ci colse in sussulto improvviso di tra gli squillanti petali. (William Carlos Williams)
2.
I grandi malesseri provocati dalle ombre, le visioni malinconiche emerse dalla notte, tutto ciò che è orripilante, tutto ciò che è atroce, ciò che non ha nome, ciò che non ha perché, bisogna sopportarlo, non si sa perché. Se non hai da mangiare che immondizia, non dire nulla. Se l'immondizia ti fa male, non dire nulla. Se ti amputano i piedi, se ti bruciano le mani, se la lingua ti si guasta, se ti spacchi la schiena, se ti spezzi l'anima, non dire nulla. Se ti avvelenano non dire nulla, se ti usciranno le budella dalla bocca e ti si rizzeranno i peli; se annegheranno i tuoi occhi nel sangue, non dire nulla. Se ti senti bene non sentirti bene. Se rimani non rimanere. Se muori non morire. Se ti affliggi non ti affliggere. Non dire nulla. Vivere è difficile; cosa difficile non dire nulla. Sopportare la gente senza dire nulla non è per nulla facile. E' difficilissimo - perché pretende che la si capisca senza dire nulla, capire la gente senza dire nulla. E' terribilmente difficile eppure molto facile essere la gente; difficile è non dire nulla. (Jaime Saenz)
3.
Striscia il serpe sotterraneo, striscia, trasporta gente. E ciascuno con il suo giornale (con il suo eczema!) tic da ruminante, cancro osseo dei giornali. Masticatori di mastici, lettori di giornali. Chi, il lettore? Un vecchio? Un atleta? Un soldato? Né lineamenti, né visi, né età. Scheletro -- poiché non ha viso: un foglio di giornale! Di cui tutta Parigi dalla fronte all'ombelico è vestita. Lascia stare, ragazza! Metterai al mondo un lettore di giornali. Dondolando -- "vive con la sorella" ruttano -- "ha ucciso il padre!" Si dondolano, il nulla si pompano dentro. Che sono per questi signori il tramonto oppure l'alba? Né lineamenti, né visi, né età. Divoratori di vuoto, lettori di giornali! Arraffatori di minuti, lettori di giornali! (Marina Cvetaeva)
4.
Tu non vivi fra queste piante che s'attorcigliano attorno a questo mio piede senza vasi, e non hai nella tua linea alcuna canzone per questi miei versi sterili ora che tu non avvicini le tue labbra strette a questo mio corpo ombrato. Tu non appari a chiarire il mistero della tua non-presenza, tu non stimoli i fiori in corona attorno al mio polso, rotto perché non posso tenerti vicino. La luna ha anch'essa un pendio misericordioso ma tu non agganci stretti fili alla mia mano che tanto lontana non può sollevare i pesi della tua testa rotta dai singulti. Temo di fare con la mia presenza scempio delle occasioni, ora che tu non rinverdisci l'orizzonte. Temo di apparire strana, confusa, a belare quest'incomprensione. Temo di stendere vigne vuote sul tuo piede scarlatto. Non ho altro sorso dalle tue arse labbra che questo mio empio mistero, noia del giorno spaccato in mille schegge. (Amelia Rosselli)
5.
I ratti 03:15
Nel cortile splende bianca la luna autunnale. Dall'orlo del tetto cadono fantastiche ombre. Silenzio dimora in vuote finestre; ed ecco affiorano sommessi i ratti e guizzan fischiando in qua e in là e un orrido fiato emana dietro a loro dalla latrina, in cui vibra spettrale un raggio di luna. E litigano per avidità come folli e riempiono casa e fienili, quelli colmi di frutta e frumento. Gelidi venti gemono nell'oscurità. (Georg Trakl)
6.
L'albero 03:14
L'albero m'è penetrato nelle mani, La sua linfa m'è ascesa nelle braccia, L'albero m'è cresciuto nel seno - Profondo, I rami spuntano da me come braccia. Sei albero, Sei muschio, Sei violette trascorse dal vento - Creatura - alta tanto - tu sei, E tutto questo è follia al mondo. (Ezra Pound)
7.
Niente di nuovo - dice. Gli uomini muoiono o s'uccidono a vicenda, e soprattutto invecchiano, invecchiano, invecchiano - i denti, i capelli, le mani, gli specchi. Quel vetro rotto della lampada - l'abbiamo rappezzato con un giornale. Ma quel che è peggio, appena apprendi che una cosa ha un suo valore, è già bell'e passata. Allora si fa una gran calma. Arriva l'estate. Gli alberi sono alti e verdi - molto provocanti. Gridano le cicale. La sera i monti azzurrano. Da lassù scendono uomini oscuri. Scendono zoppicando (fan finta di zoppicare). Gettano i loro cani morti mel fiume, poi, afflitti e come incolleriti, ripiegano i sacchi, si grattano i testicoli e guardano la luna nell'acqua. Solo quel particolare inspiegabile: che fingano di zoppicare senza che nessuno li veda. (Ghiannis Ritsos)
8.
Buon viaggio 01:58
Non agitarti, non piangere, non affaticare le forze estenuate e il cuore non torturare. Tu sei viva, sei in me, nel mio petto, come caposaldo, come amico, come caso. Con la fede nel futuro non temo di apparire a te ciarlatano. Non siamo vita noi, né unione d'anime: l'inganno reciproco tronchiamo. Dalla tifica angoscia dei materassi ecco all'aria delle ampiezze esemplare! Mi è fratello e braccio. Tale che come lettera ti è indirizzata. Lacera la vastità sua come lettera, con l'orizzonte instaura una corrispondenza, vinci lo spossamento logorante, la conversazione conduci in lingua alpina. E sul piatto dei laghi bavaresi col midollo delle montagne, come ossa, ti convincerai che non sono un parolaio con la parola dolce pronta per l'occasione. Buon viaggio. Buon viaggio. Il nostro legame, l'onore nostro non sono sotto il tetto di casa. Come germoglio alla luce raddrizzandoti, guarderai ogni cosa in altro modo. (Boris Pasternak)
9.
Quando vedo una coppia di ragazzi e penso che lui se la scopa e che lei prende la pillola o si mette il diaframma, so che questo è il paradiso che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita - legami e gesti messi da parte come una mietitrebbia arrugginita, e ogni giovane che va giù per lo scivolo di una felicità senza fine. Chissà se qualcuno osservandomi, quarant'anni fa, ha pensato: "Quella sarà la vita; non più Dio, non più sudore e paura la notte per l'inferno e per tutto il resto, non più il dovere di nascondere quello che pensi del prete. Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo come maledetti uccelli liberi". E all'improvviso non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte: il vetro che assorbe il sole, e, al di là, l'aria azzurra e profonda, che non mostra nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine. (Philip Larkin)
10.
Hanno aperto il mio uscio le tormente, è gelata la mia cameretta, e in un insolito fonte di neve io ricevo un secondo battesimo. Ed entrando in un nuovo mondo, so che vi sono uomini e faccende. Che la via del paradiso è aperta a chi batte le strade del male. Sono stanco dei vezzi dell'amica sulla terra che sta assiderando. E una preziosa pietra di bufera luccica come ghiaccio sulla fronte. La fierezza del nuovo battesimo ha trasformato in ghiaccio il mio cuore. Tu mi prometti altri istanti? Predici un'imminente primavera? Ma guarda come il cuore si rallegra! Sbarrato dalle nevi è il firmamento. La primavera non verrà, e non serve: terzo battesimo sarà la Morte. (Aleksandr Blok)
11.
Sei un bel cielo d'autunno, chiaro e rosa! Ma in me, simile al mare, si gonfia la tristezza e lascia, rifluendo, sul mio labbro imbronciato in cocente ricordo un limo amaro. Sul mio petto che langue la tua mano scivola invano, cerca, amica, un luogo che con le unghie, coi denti, le donne han saccheggiato. Non cercatelo più, le belve l'han mangiato. E' il mio cuore, un palazzo devastato dalla folla che beve, s'ammazza, s'accapiglia! Un profumo galleggia sopra il tuo seno nudo... Beltà, duro flagello dei cuori, tu lo vuoi! Coi tuoi occhi di fuoco, risplendenti come feste, calcina gli avanzi delle belve! (Charles Baudelaire)
12.
Fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo; Ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve. M'invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie crescono sull'albero; Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito. Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo, E lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata. M'invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba cresce sugli argini; Ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime. (William Butler Yeats)
13.
Scogli 02:51
Ancora una volta, ancora una volta sono una stella per voi. Guai al marinaio che ha orientato un angolo falso della sua barca e della sua stella: si fracasserà sugli scogli sui sabbiosi banchi subacquei. Guai anche a voi che avete diretto un angolo falso del cuore verso di me: vi sfascerete sugli scogli e gli scogli rideranno di voi, come voi rideste di me. (Velimir Chlebnikov)
14.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti. (Cesare Pavese)
15.
A voi tutte, che piacete o siete piaciute, icone serbate dall'anima dentro i suoi antri, in un brindisi alla salute, alzo il cranio traboccante di canti. Mi chiedo ancora se non sia meglio mettere il punto d'un proiettile all'essere mio. Oggi io darò per l'appunto un concerto d'addio. Raduna, o memoria, del cervello dentro il vestibolo, le femmine amate in lunghi filari. D'occhio in occhio versa il tuo giubilo. Travesti la notte di antichi sponsali. Travasa di corpo in corpo il tuo gaudio. Che questa notte sia memorabile. Oggi io suonerò il flauto sulla mia colonna spinale. Io taumaturgo di tutto quello che è festa, con chi andare alla festa non ho. Mi scaglierò a terra e la testa contro il lastrico sfracellerò! Ho bestemmiato ho urlato che Dio non esiste, e Dio ha evocato una donna dalle voragini amare tale che davanti a lei la montagna trasalisca, me l'ha condotta e m'ha detto d'amare. (Vladimir Majakovskij)

about

15 poesie messe in musica

credits

released April 12, 2012

Humpty Dumpty: musica e voce

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Humpty Dumpty Messina, Italy

Fieramente arroccato su posizioni di intransigente autoproduzione e autodistribuzione, solenne spregiatore del compromesso assurto a modus operandi, ha all’attivo 22 dischi e parecchie collaborazioni.

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