1. |
Uno scoppio d'iris
02:19
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Uno scoppio d'iris così
scesi per la
colazione
esplorammo tutte le
stanze in cerca
di
quel profumo dolcissimo e da
prima non riuscimmo a
scoprirne la
sorgente poi un azzurro come
di mare ci
colse
in sussulto improvviso di tra
gli squillanti
petali.
(William Carlos Williams)
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2. |
Non dire nulla
03:53
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I grandi malesseri provocati dalle ombre, le visioni malinconiche emerse dalla notte,
tutto ciò che è orripilante, tutto ciò che è atroce, ciò che non ha nome, ciò che non ha perché,
bisogna sopportarlo, non si sa perché.
Se non hai da mangiare che immondizia, non dire nulla.
Se l'immondizia ti fa male, non dire nulla.
Se ti amputano i piedi, se ti bruciano le mani, se la lingua ti si guasta, se ti spacchi la schiena, se ti spezzi l'anima, non dire nulla.
Se ti avvelenano non dire nulla, se ti usciranno le budella dalla bocca e ti si rizzeranno i peli; se annegheranno i tuoi occhi nel sangue, non dire nulla.
Se ti senti bene non sentirti bene. Se rimani non rimanere. Se muori non morire. Se ti affliggi non ti affliggere. Non dire nulla.
Vivere è difficile; cosa difficile non dire nulla.
Sopportare la gente senza dire nulla non è per nulla facile.
E' difficilissimo - perché pretende che la si capisca senza dire nulla,
capire la gente senza dire nulla.
E' terribilmente difficile eppure molto facile essere la gente; difficile è non dire nulla.
(Jaime Saenz)
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3. |
Lettori di giornali
03:19
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Striscia il serpe sotterraneo,
striscia, trasporta gente.
E ciascuno con il suo
giornale (con il suo
eczema!) tic da ruminante,
cancro osseo dei giornali.
Masticatori di mastici,
lettori di giornali.
Chi, il lettore? Un vecchio? Un atleta?
Un soldato? Né lineamenti, né visi,
né età. Scheletro -- poiché non ha
viso: un foglio di giornale!
Di cui tutta Parigi
dalla fronte all'ombelico è vestita.
Lascia stare, ragazza!
Metterai al mondo
un lettore di giornali.
Dondolando -- "vive con la sorella"
ruttano -- "ha ucciso il padre!"
Si dondolano, il nulla
si pompano dentro.
Che sono per questi signori
il tramonto oppure l'alba?
Né lineamenti, né visi, né età.
Divoratori di vuoto,
lettori di giornali!
Arraffatori di minuti,
lettori di giornali!
(Marina Cvetaeva)
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4. |
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Tu non vivi fra queste piante che s'attorcigliano
attorno a questo mio piede senza vasi, e
non hai nella tua linea alcuna canzone per
questi miei versi sterili ora che tu non
avvicini le tue labbra strette a questo mio
corpo ombrato.
Tu non appari a chiarire il mistero della
tua non-presenza, tu non stimoli i fiori
in corona attorno al mio polso, rotto perché
non posso tenerti vicino. La luna ha anch'essa
un pendio misericordioso ma tu non agganci
stretti fili alla mia mano che tanto lontana
non può sollevare i pesi della tua testa
rotta dai singulti.
Temo di fare con la mia presenza scempio
delle occasioni, ora che tu non rinverdisci
l'orizzonte. Temo di apparire strana, confusa,
a belare quest'incomprensione. Temo di stendere
vigne vuote sul tuo piede scarlatto. Non
ho altro sorso dalle tue arse labbra che
questo mio empio mistero, noia del giorno
spaccato in mille schegge.
(Amelia Rosselli)
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5. |
I ratti
03:15
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Nel cortile splende bianca la luna autunnale.
Dall'orlo del tetto cadono fantastiche ombre.
Silenzio dimora in vuote finestre;
ed ecco affiorano sommessi i ratti
e guizzan fischiando in qua e in là
e un orrido fiato emana
dietro a loro dalla latrina,
in cui vibra spettrale un raggio di luna.
E litigano per avidità come folli
e riempiono casa e fienili,
quelli colmi di frutta e frumento.
Gelidi venti gemono nell'oscurità.
(Georg Trakl)
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6. |
L'albero
03:14
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L'albero m'è penetrato nelle mani,
La sua linfa m'è ascesa nelle braccia,
L'albero m'è cresciuto nel seno -
Profondo,
I rami spuntano da me come braccia.
Sei albero,
Sei muschio,
Sei violette trascorse dal vento -
Creatura - alta tanto - tu sei,
E tutto questo è follia al mondo.
(Ezra Pound)
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7. |
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Niente di nuovo - dice. Gli uomini muoiono o s'uccidono a vicenda, e soprattutto
invecchiano, invecchiano, invecchiano - i denti, i capelli, le mani, gli specchi.
Quel vetro rotto della lampada - l'abbiamo rappezzato con un giornale.
Ma quel che è peggio, appena apprendi che una cosa ha un suo valore, è già bell'e passata. Allora
si fa una gran calma. Arriva l'estate. Gli alberi
sono alti e verdi - molto provocanti. Gridano le cicale.
La sera i monti azzurrano. Da lassù scendono
uomini oscuri. Scendono zoppicando (fan finta di zoppicare).
Gettano i loro cani morti mel fiume, poi, afflitti e come incolleriti,
ripiegano i sacchi, si grattano i testicoli e guardano la luna nell'acqua. Solo
quel particolare inspiegabile: che fingano di zoppicare senza che nessuno li veda.
(Ghiannis Ritsos)
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8. |
Buon viaggio
01:58
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Non agitarti, non piangere, non affaticare
le forze estenuate e il cuore non torturare.
Tu sei viva, sei in me, nel mio petto,
come caposaldo, come amico, come caso.
Con la fede nel futuro non temo
di apparire a te ciarlatano.
Non siamo vita noi, né unione d'anime:
l'inganno reciproco tronchiamo.
Dalla tifica angoscia dei materassi
ecco all'aria delle ampiezze esemplare!
Mi è fratello e braccio. Tale
che come lettera ti è indirizzata.
Lacera la vastità sua come lettera,
con l'orizzonte instaura una corrispondenza,
vinci lo spossamento logorante,
la conversazione conduci in lingua alpina.
E sul piatto dei laghi bavaresi
col midollo delle montagne, come ossa,
ti convincerai che non sono un parolaio
con la parola dolce pronta per l'occasione.
Buon viaggio. Buon viaggio. Il nostro legame,
l'onore nostro non sono sotto il tetto di casa.
Come germoglio alla luce raddrizzandoti,
guarderai ogni cosa in altro modo.
(Boris Pasternak)
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9. |
Finestre alte
02:57
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Quando vedo una coppia di ragazzi
e penso che lui se la scopa e che lei
prende la pillola o si mette il diaframma,
so che questo è il paradiso
che ogni vecchio ha sognato per tutta la vita -
legami e gesti messi da parte
come una mietitrebbia arrugginita,
e ogni giovane che va giù per lo scivolo
di una felicità senza fine. Chissà
se qualcuno osservandomi, quarant'anni fa,
ha pensato: "Quella sarà la vita;
non più Dio, non più sudore e paura la notte
per l'inferno e per tutto il resto, non più
il dovere di nascondere quello che pensi del prete.
Lui e quelli come lui tutti giù per lo scivolo
come maledetti uccelli liberi". E all'improvviso
non una parola viene, ma il pensiero di finestre alte:
il vetro che assorbe il sole,
e, al di là, l'aria azzurra e profonda, che non mostra
nulla, che non è da nessuna parte, che non ha fine.
(Philip Larkin)
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10. |
Secondo battesimo
03:39
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Hanno aperto il mio uscio le tormente,
è gelata la mia cameretta,
e in un insolito fonte di neve
io ricevo un secondo battesimo.
Ed entrando in un nuovo mondo, so
che vi sono uomini e faccende.
Che la via del paradiso è aperta
a chi batte le strade del male.
Sono stanco dei vezzi dell'amica
sulla terra che sta assiderando.
E una preziosa pietra di bufera
luccica come ghiaccio sulla fronte.
La fierezza del nuovo battesimo
ha trasformato in ghiaccio il mio cuore.
Tu mi prometti altri istanti?
Predici un'imminente primavera?
Ma guarda come il cuore si rallegra!
Sbarrato dalle nevi è il firmamento.
La primavera non verrà, e non serve:
terzo battesimo sarà la Morte.
(Aleksandr Blok)
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11. |
Conversazione
02:33
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Sei un bel cielo d'autunno, chiaro e rosa!
Ma in me, simile al mare, si gonfia la tristezza
e lascia, rifluendo, sul mio labbro imbronciato
in cocente ricordo un limo amaro.
Sul mio petto che langue la tua mano
scivola invano, cerca, amica, un luogo
che con le unghie, coi denti, le donne han saccheggiato.
Non cercatelo più, le belve l'han mangiato.
E' il mio cuore, un palazzo devastato
dalla folla che beve, s'ammazza, s'accapiglia!
Un profumo galleggia sopra il tuo seno nudo...
Beltà, duro flagello dei cuori, tu lo vuoi!
Coi tuoi occhi di fuoco, risplendenti
come feste, calcina gli avanzi delle belve!
(Charles Baudelaire)
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12. |
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Fu là nei giardini dei salici che io e la mia amata ci incontrammo;
Ella passava là per i giardini con i suoi piccoli piedi di neve.
M'invitò a prendere amore così come veniva, come le foglie crescono sull'albero;
Ma io, giovane e sciocco, non volli ubbidire al suo invito.
Fu in un campo sui bordi del fiume che io e la mia amata ci arrestammo,
E lei posò la sua mano di neve sulla mia spalla inclinata.
M'invitò a prendere la vita così come veniva, come l'erba cresce sugli argini;
Ma io ero giovane e sciocco, e ora son pieno di lacrime.
(William Butler Yeats)
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13. |
Scogli
02:51
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Ancora una volta, ancora una volta
sono una stella per voi.
Guai al marinaio che ha orientato
un angolo falso della sua barca e della sua stella:
si fracasserà sugli scogli
sui sabbiosi banchi subacquei.
Guai anche a voi che avete diretto
un angolo falso del cuore verso di me:
vi sfascerete sugli scogli
e gli scogli rideranno di voi,
come voi rideste di me.
(Velimir Chlebnikov)
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14. |
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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
(Cesare Pavese)
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15. |
Flauto di vertebre
04:33
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A voi tutte,
che piacete o siete piaciute,
icone serbate dall'anima dentro i suoi antri,
in un brindisi alla salute,
alzo il cranio traboccante di canti.
Mi chiedo ancora
se non sia meglio mettere il punto
d'un proiettile all'essere mio.
Oggi io darò
per l'appunto
un concerto d'addio.
Raduna, o memoria,
del cervello dentro il vestibolo,
le femmine amate in lunghi filari.
D'occhio in occhio versa il tuo giubilo.
Travesti la notte di antichi sponsali.
Travasa di corpo in corpo il tuo gaudio.
Che questa notte sia memorabile.
Oggi io suonerò il flauto
sulla mia colonna spinale.
Io
taumaturgo di tutto quello che è festa,
con chi andare alla festa non ho.
Mi scaglierò a terra e la testa
contro il lastrico sfracellerò!
Ho bestemmiato
ho urlato che Dio non esiste,
e Dio ha evocato una donna dalle voragini amare
tale che davanti a lei la montagna trasalisca,
me l'ha condotta e m'ha detto
d'amare.
(Vladimir Majakovskij)
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Humpty Dumpty Messina, Italy
Fieramente arroccato su posizioni di intransigente autoproduzione e autodistribuzione, solenne spregiatore del compromesso assurto a modus operandi, ha all’attivo 22 dischi e parecchie collaborazioni.
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