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[Còrea tribale
Di sinapsi rinfrante
Fischia dai ponti]
S. B.
lyrics
Ieri un panfilo si è sfracellato sullo scoglio, ma quando gli sciacalli ci sono entrati di notte, dopo l'evacuazione, grande è stata la delusione: i rubinetti non erano d'oro ma verniciati color oro, e le aragoste erano quelle surgelate. Per di più, quando sono tornati si sono ustionati con la nafta nel mare.
I venditori di fumo avevano già preso la scialuppa di salvataggio e tutti si prodigavano per loro. Alla gente i venditori di fumo piacciono, gli piace proprio di farsi buttare fumo negli occhi... negli occhi, in faccia di dietro, davanti, dappertutto: più fumo c'è meglio è. Alla gente piace proprio farsi affumicare. La gente è come il caciocavallo, in mezzo a tutto quel fumo tutto si confonde e diventa un tutt'uno, affumicatori e affumicati. Alla gente piace di sentirsi un tutt'uno.
E a te, che piace tanto la fotografia, come vengono le foto in mezzo a tutto quel fumo? Ti piace l'effetto sfumato?
Certo, come dicevi sempre tu, è tutto un fatto di sfumature, quindi per me è in un modo e per te in un altro. Ma allora spiegami: se è tutto un fatto di sfumature, giusto o sbagliato, il buono e la merda... allora da dove viene questa puzza?
Ti metti a fotografare gli oleandri in città, perché così fai vedere che nonostante tutto c'hai la sensibilità, e fotografi i fiori di oleandro. L'oleandro, la pianta più schifosa del mondo, infestante, che cresce di lato ai cassonetti, coi fiori che danno la nausea e fanno puzza.
Lo sapevi che sono velenosi, che se i cavalli li mangiano muoiono soffrendo? E poi quando seccano neanche cadono e restano lì a grumi che sembrano merda attaccata ai rami.
E però, in campagna con me a fotografare la zagara non ci venivi mai, preferivi gli oleandri di merda, gli oleandri che sono un imbroglio come la tua città.
(Testo e voce di Calogero Incandela)
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