1. |
L'orizzonte degli eventi
05:52
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La stanza
semichiusa
da cui ho osservato
i vostri ospiti
come una
cartolina
dai tempi del deserto
senza ombre
né storia alcuna
E sotto
queste lenzuola
l’afa dello schermo
mi fa godere
mentre voi
brulicate
con un bisbiglio
più basso del volume
del mio stereo
della mia testa
E da solo son tutti voi
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2. |
Domenica
05:16
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Forse è giorno
nel corridoio molle
lungo
torrido
corre il gatto
lo avrei seguito
nelle bettole
nascoste sotto
i letti
Forse è la luce
di questa stanza
come un ittero
steso alla parete
ascolta
sarebbe
come un passo a due
ma più imprudente
pesante
forse
pensavi fosse lì
il nostro tempo
senza la nausea
il mio ha sempre, sai
avuto troppo sonno
per scagliare forte
questo inaudito richiamo
Ho estorto il mio riflesso
con un interruttore
Domenica è un orfano
ai piedi del mio letto
All’alba
l’avventore
ha finito
di bere
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3. |
In absentia
05:27
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E vieni qui
ascoltala,
ora che non ci sei,
la voce sgonfia del weekend
che boccheggia al finestrino limpido
E guardami
e guarda i polsi trafitti
su posate e presenze
l’agnello che urla in gola e vuole
Ed eccomi immobile
nella notte coi piedi
che restan fuori dal letto
mentre i topi li rodono
Invece tu bella come il nulla
in serbo per la stagione che viene
e non sarà
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4. |
La vita odia la vita
06:29
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La vita odia la vita
stasera l’ho schiacciata
in bagno, si arrampicava
Forse – chissà? -
eri tu
La carne mangia la carne
al tavolo del buffet
per il tuo funerale
Forse – chissà? - eri tu
eri tu
eri tu
E ci sarà tempo per la pietà
consumerai un pianto a metà
negli angoli
E si cadrà,
sarà la gravità
e non si tratta di una priorità
ma hai i lividi
E ci sarà tempo per la pietà
intanto, il mare, freddo
sputerà degli abiti
E lo sai si sparirà
E lo sai si sparirà
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5. |
A vuoto
04:56
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Lo so, avrei dovuto suonare il violino
scrivere un romanzo su cui contare alle cene
invece di uno sbadiglio, medaglia al valore
girare un film dada del mio viaggio eterno su una roulotte
Quello che
ho taciuto lo avrà detto
un altro
il mio eroe
C’è ancora un ultimo
nascondiglio
il mio nome perso
lasciami qui
Lo senti il coro
millenario
di voci mute
lasciami qui
E sull’abisso
candido
un giro ancora
a vuoto
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6. |
Il fischio
05:07
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Il morbo scalpita
la voce ha un fischio
la sbronza geme al verso
della canzone che hai messo su
come una lama
all’opera
Ti gira sempre in testa un lutto
che ancora non hai in tasca
intorno radici d’ossa
che rompon la terra
Il tuo disastro
si aggira come uno spettro
ti soffia addosso
ed è un vento freddo
e gli chiedi il nome
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7. |
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E nella bolgia famelica
come un cane rincorro me
le ossa
il fumo che non ho
tra i bagliori della cenere
lo so che non ci sei
lo so che non ci sei
Le nostre noie all’unisono
mentre ti sfioro dal nuovo show
e archivio ogni gemito
cerchi ancora la mia camera?
no, non mi troverai
no, non mi troverai
Giù per i viali desertici
come un cane rincorro me
le ossa
il sonno che non ho
lampi i corpi chini sui guard rail
Il sogno è tutto qui
Il sogno è tutto qui
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8. |
Dal confine
06:26
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Sai com’è la strada
qualcuno a pezzi
tossisce l’aria che respiri
Hai detto qualcosa? Sento ancora
ci dev’essere una crepa
Hai perso qualcosa? Vedo ancora
ci dev’essere una prova
Sai com’è l’amore
qualcuno nudo
ti guarda andare di spalle
Cos’hai provato?
Quanto hai goduto?
C’era un grido nella foga
L’avresti detto?
Eri al tuo posto?
Manda un bacio dal tuo esilio
Oggi esco
ripasso i nomi
tutti rivoli
dal confine
che non si vede
che non si vede
Oggi esco
ripasso i volti
tutti spasmi
dal confine
che non si vede
che non si vede
Avrei voluto poterti incontrare ancora
avrei voluto potermi spiegare ancora
avrei voluto poterti inventare ancora
Se un’estate poi, le finestre spalancate
all’improvviso
all’improvviso
ti sentirò muovere
Un’eco, un bagliore
un’eco, un bagliore
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9. |
Anni luce
07:16
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Tua madre
dormiva
ma tu non la guardavi
le parlavi
del peso
che hanno le mani
della storia
di un mondo
che cade
dai muri
A corto
di piazze
stasera i gomiti
graffiati
dai vicoli
ricordano
lo spazio
che abbiamo
nei crani
Mentre
tu parli
di stelle anni luce fa
Miliardi i corpi
scomparsi corpi arsi
sospesi sperduti
lucenti freddi quieti sordi
Miliardi i corpi
scomparsi corpi arsi
sospesi sperduti
lontani freddi quieti sordidi
Tua madre
dormiva
ma tu non la guardavi
le parlavi
del buio alle spalle
di un bimbo
che cade
dai muri
A corto
di prati
stasera i ginocchi
graffiati
dai sassi
ricordano
i sogni
che abbiamo
tra i fossi
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Humpty Dumpty Messina, Italy
Fieramente arroccato su posizioni di intransigente autoproduzione e autodistribuzione, solenne spregiatore del compromesso assurto a modus operandi, ha all’attivo 22 dischi e parecchie collaborazioni.
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